Vaccinazione esavalente nei nati pretermine

Chiara Petrolini 1, Elena Chiappini 2, Carlo Caffarelli 3, Mauro Calvani 4, Fabio Cardinale 5, Marzia Duse 6, Amelia Licari 7, Sara Manti 8, Alberto Martelli 9, Domenico Minasi 10, Michele Miraglia Del Giudice 11, Giovanni B. Pajno 12, Carlo Pietrasanta 13, Lorenza Pugni 13, Mariangela Tosca 14, Fabio Mosca 13, Gian Luigi Marseglia 7

1 Dipartimento di Scienze della Salute, Università di Firenze; 2 SOD Malattie Infettive Pediatriche, Ospedale Universitario Anna Meyer, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Firenze; 3 Clinica Pediatrica, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università di Parma; 4 Dipartimento di Pediatria, Ospedale S. Camillo-Forlanini, Roma; 5 UOC Pediatria, Servizio di Allergologia e Pneumologia Pediatrica, Azienda Ospedaliera-Universitaria “Consorziale-Policlinico”, Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII, Bari; 6 Dipartimento di Pediatria, Policlinico Umberto I, Sapienza Università di Roma; 7 Clinica Pediatrica, Fondazione IRCCS Policlinico “S. Matteo”, Università di Pavia; 8 Dipartimento di Pediatria, Unità di Genetica e Immunologia Pediatrica, Università di Messina; 9 UOC Pediatria, Azienda Ospedaliera G. Salvini, Ospedali di Garbagnate Milanese e Bollate, Milano; 10 Unità Pediatria, Ospedale di Polistena, Reggio Calabria; 11 Dipartimento della Donna, del Bambino e di Chirurgia Generale e Specialistica, Università della Campania “Luigi Vanvitelli“, Napoli; 12 Dipartimento di Pediatria, Unità di Allergologia, Università di Messina; 13 Terapia Intensiva Neonatale, Fondazione IRCCS “Ca’ Granda”, Ospedale Maggiore Policlinico; Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità, Università di Milano; 14 Allergologia Pediatrica, Istituto Giannina Gaslini, Genova

La vaccinazione esavalente è la tipologia vaccinale più frequentemente utilizzata in Europa data la capacità di immunizzare il bambino verso multipli agenti infettivi in un’unica somministrazione, determinando elevate proporzioni di sieroprotezione anche quando co-somministrata con altre tipologie vaccinali comprese nel nostro calendario nazionale (ad es. vaccinazione anti-pneumococcica e anti-rotavirus). In questo modo, la vaccinazione esavalente permette una riduzione dei trend epidemiologici delle 6 malattie bersaglio, insieme a un buon profilo di sicurezza, che di solito registra solo una modica frequenza di eventi avversi transitori, prevalentemente reazioni locali e febbre. La vaccinazione esavalente diventa ancora più importante per i nati pretermine, a maggiore rischio di infezioni prevenibili con i vaccini, considerando anche il ritardo nell’intraprendere le vaccinazioni spesso rilevato in questa categoria a rischio. Tutti e tre i vaccini esavalenti attualmente autorizzati e disponibili in Italia possono essere impiegati nei pretermine. In aggiunta, le ultime evidenze in letteratura riguardo la vaccinazione esavalente mostrano un’incidenza di eventi avversi simile o minore nei nati pretermine rispetto ai nati a termine, verosimilmente per la minore risposta del sistema immunitario e la ridotta capacità di indurre una risposta infiammatoria nel pretermine. Episodi di apnea sono gli eventi avversi che possono talvolta verificarsi alla prima vaccinazione nei nati pretermine più gravi e/o con storia di insufficienza respiratoria, per i quali deve essere previsto un monitoraggio cardio-saturimetrico di 48-72 ore. Il rischio di sviluppare episodi di apnea dopo la vaccinazione sembra, tuttavia, correlato a una minore età gestazionale e a un minore peso alla nascita, supportando l’ipotesi che queste manifestazioni cliniche rappresentino una risposta aspecifica del pretermine agli stimoli più differenti. La vaccinazione esavalente è in grado di determinare alte proporzioni di sieroprotezione per H. influenzae di tipo b (Hib), epatite B (HBV) e poliovirus (IPV) anche nei pretermine, anche se una minore età gestazionale sembra essere associata a una minore concentrazione anticorpale media specifica verso alcune tipologie vaccinali (ad es. HBV, Hib, IPV sierotipo 1 e pertosse), indipendentemente dal tipo di esavalente impiegato. In attesa di studi di effectiveness su ampie casistiche di nati pretermine, la vaccinazione esavalente deve essere somministrata in questa categoria di soggetti secondo la stessa schedula applicata nei nati a termine, osservando la sola età anagrafica e garantendo un adeguato monitoraggio clinico e cardio-saturimetrico nelle 48-72 ore successive la vaccinazione, soprattutto per quanto riguarda i soggetti a rischio di ricorrenza di apnea.

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