Salbutamolo nella riacutizzazione asmatica: domande frequenti

Manuela Seminara, Ahmad Kantar

Centro Pediatrico dell’Asma e della Tosse, Istituti Ospedalieri Bergamaschi, Bergamo

Il salbutamolo è universalmente considerato la terapia di prima scelta per le riacutizzazioni asmatiche. Molecola scoperta circa 50 anni fa, il salbutamolo ha un effetto broncodilatatore rapido, ma una breve durata d’azione, che esplica legandosi ai recettori β2, presenti nelle vie aeree fin dall’epoca fetale. Dopo il legame col recettore, il salbutamolo si diffonde rapidamente nel circolo ematico, causando effetti sistemici: tachicardia, tremori, ipokaliemia, iperglicemia. Se la riacutizzazione asmatica è particolarmente severa, il salbutamolo per via inalatoria può non essere efficace e può divenire necessaria la somministrazione per via endovenosa. Il device scelto per la terapia inalatoria è fondamentale. Sebbene l’efficacia clinica sia paragonabile tra i vari device, esistono differenze significative nella quantità di particelle respirabili emesse da diverse tipologie di nebulizzatori o distanziatori, da cui dipende la deposizione polmonare e la frequenza di effetti avversi. Dopo aver discusso le principali caratteristiche del salbutamolo e dei device inalatori, questo articolo si propone di confrontare le dosi di salbutamolo raccomandate dalle linee guida internazionali e dall’Agenzia Italiana del Farmaco, puntualizzando gli aspetti più critici.

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