Recrudescenza di casi di malattia meningococcica invasiva in Toscana e strategie vaccinali adottate dal 2015

Angela Bechini 1 , Francesca Pieralli 2 , Diana Paolini 2 , Sara Boccalini 1 , Francesco Nieddu 3 , Maria Moriondo 3 , Chiara Azzari 3 , Paolo Bonanni 1

1 Dipartimento di Scienze della Salute, Sezione di Igiene e Medicina Preventiva, Università degli Studi di Firenze; 2 Scuola di Specializzazione di Igiene e Medicina Preventiva, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Firenze; 3  Divisione di Immunologia, Sezione di Pediatria, Dipartimento di Scienze della Salute, Università di Firenze e Ospedale Pediatrico Anna Meyer, Firenze

Nel periodo 2011-2015 il numero di casi di malattia invasiva da meningococco nella maggior parte delle regioni italiane è risultato stabile o con piccole variazioni, mentre in Regione Toscana nel 2015 si è registrato un incremento dei casi di patologia da meningococco di circa tre volte. In Toscana la diagnosi molecolare (mediante PCR Real Time), delle malattie batteriche invasive è utilizzata fin dal 2005 per la popolazione pediatrica e dal 2015 è stata estesa anche ai casi negli adulti, con centralizzazione dei test presso l’ospedale Meyer. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di descrivere i casi di malattia invasiva da menigococco notificati in Toscana da gennaio 2015 a febbraio 2016 e le strategie vaccinali adottate. Dei 52 casi totali di malattia meningococcica invasiva, 43 casi (83%) erano di sierogruppo C. Nel 2015, l’incidenza dei casi di sierogruppo C è stata di 0,83/100.000, circa tre volte superiore a quella degli anni precedenti. L’età mediana è stata di 28 anni (range 3-82). La fascia di età 21-30 anni è stata quella maggiormente colpita (oltre 30%). Cinque soggetti con patologia da meningococco di tipo C erano stati vaccinati contro quel sierogruppo in passato. Infine, ci sono stati 11 decessi, di cui 10 per il sierogruppo C. Nella maggior parte dei campioni è stato tipizzato il complesso clonale ST-11 del meningococco C.  I provvedimenti contenuti nelle delibere regionali hanno mirato a garantire una protezione agli adolescenti, la fascia di popolazione più a rischio di malattia e, attraverso l’immunità di gregge, alla popolazione generale. L’estensione della vaccinazione alla popolazione di oltre 45 anni è stata giustificata dall’importante numero di casi diagnosticati in soggetti con età superiore ai 50 anni (28% dei casi di sierogruppo C). Le evidenze presentate in questa analisi confermano che la protezione conferita dalla vaccinazione anti-meningococco C somministrata nell’infanzia può avere una durata limitata nel tempo e che l’utilizzo delle tecniche molecolari nella diagnosi di malattia batterica invasiva da meningococco consentono di ottenere una sensibilità di tre volte maggiore rispetto ai metodi colturali, utilizzati nella maggioranza delle altre regioni italiane. Ottenere una valutazione più corretta della reale incidenza della malattia meningococcica invasiva, fornisce all’autorità sanitaria competente uno strumento imprescindibile per adottare la strategia vaccinale più opportuna.

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