Primary prevention of allergic diseases: the role of early exposure to cow’s milk formula

Commento a cura di Angelica Santoro 1, Luigi Palmieri 2, Carla Mastrorilli 3

1ASL Reggio Emilia; 2 Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana, Sezione Pediatria, Università degli Studi di Bari; 3 UO Pediatria e Pronto Soccorso, Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII, Azienda Ospedaliero-Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

Le malattie atopiche in età pediatrica rappresentano un problema sempre più importante in termini di frequenza e popolazione coinvolta, alimentando un vivace dibattito scientifico riguardo possibili fattori di rischio e strategie preventive. Molti studi hanno cercato di determinare la correlazione tra i tempi e le modalità di introduzione degli alimenti, in particolare del latte vaccino, con l’eventuale sviluppo di malattie atopiche. Negli anni, l’atteggiamento nei confronti dei cibi complementari e della loro introduzione si è sostanzialmente invertito, se in passato, un’introduzione ritardata di specifici cibi (come uova, pesce, arachidi) era considerato l’approccio più sicuro, le attuali linee guida basate sulle più recenti evidenze sostengono invece che evitare cibi specifici possa incrementare la possibilità di sviluppare allergie, soprattutto nei bambini considerati ad alto rischio. La finestra ottimale per intraprendere l’alimentazione complementare è non prima dei 4-6 mesi di vita. Tuttavia, le attuali linee guida non definiscono il tempo ideale di introduzione del latte vaccino, né indicano se possa essere considerato alla stregua degli altri alimenti complementari. 

Scarica il PDF