L’esofagite eosinofila: una possibile complicanza dell’immunoterapia orale per alimenti

a cura della Commissione Allergie Alimentari della SIAIP: Annamaria Bianchi 1, Barbara Cuomo 2, Elvira Verduci 3, Francesca Atzeri 4, Francesca Ferrara 5, Giulia Brindisi 6, Giusy Romano 1, Mauro Calvani 1

1 UOC di Pediatria, Azienda Ospedaliera S. Camillo Forlanini, Roma; 2 UOC Pediatria, Ospedale Belcolle, Viterbo; 3 Dipartimento di Scienze della Salute Università degli Studi di Milano; 4 UOC Pediatria Neonatologia ASST Rhodense P.O. Garbagnate Milanese; 5 Unità Operativa di Pediatria, ASST Fatebenefratelli Sacco, Milano; 6 Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università degli Studi di Roma La Sapienza; 7 Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università “Magna Graecia” di Catanzaro

L’esofagite eosinofila (EoE) è stata recentemente annoverata come possibile grave complicanza dell’immunoterapia orale per alimenti (OIT), forma attiva di trattamento nei pazienti con allergia alimentare IgE-mediata. Essa può insorgere sia nella fase di induzione che, più spesso, nella fase di mantenimento, fino anche a 3 anni dal suo inizio. I dati in letteratura dimostrano che la maggior parte dei pazienti va incontro a remissione clinico/istologica della malattia dopo interruzione dell’OIT, con o senza concomitante trattamento farmacologico iniziale, e che la remissione clinica viene poi mantenuta nel tempo con proseguimento della sola dieta di esclusione dell’alimento usato all’OIT, a dimostrazione del nesso causale. Il sintomo di esordio più comune è il dolore addominale cronico, spesso causa di interruzione dell’OIT e che recede alla sua sospensione senza che abitualmente venga condotto alcun tipo di approfondimento diagnostico. Questo induce a pensare che l’attuale prevalenza (2,7%) dell’EoE in corso di OIT sia sottostimata. È opportuno, quindi, prima di avviare una immunoterapia orale per alimenti: 1) avvisare il paziente e la famiglia di questa possibile complicanza; 2) chiedere al paziente se ha una precedente storia di sintomi gastrointestinali suggestivi di EoE che, in tal caso, andrebbe indagata prima di avviare l’OIT (EGDS con biopsia); 3) monitorare il paziente durante tutto il trattamento al fine di identificare precocemente la sua insorgenza.

Scarica il PDF