L’asma è una delle patologie croniche più diffuse e rappresenta la malattia respiratoria cronica più frequente nell’età pediatrica. Sono sempre più numerosi gli studi volti a individuare delle strategie preventive per ridurne l’incidenza: negli ultimi decenni è stato dimostrato che esiste una “finestra” temporale che si apre già durante la vita intrauterina e nella quale vari fattori ambientali possono interagire con il substrato genetico per favorire l’insorgenza dell’asma e, più in generale, delle malattie allergiche. Negli ultimi anni è stato ampiamente studiato il ruolo del microbioma intestinale dimostrandone la capacità di modulare la risposta immunitaria. Una disbiosi intestinale in epoca precoce, con sbilanciamento della composizione del microbioma a favore di Escherichia coli e Clostridium difficile e a discapito dei Bifidobacteria, può predisporre allo sviluppo delle allergopatie. Più recentemente è stato dimostrato che esiste un microbioma anche a livello delle vie aeree inferiori, la cui composizione può essere influenzata dalle infezioni virali e che, nei soggetti asmatici, è caratterizzata dalla prevalenza del phylum Proteobacteria. Non è stato ancora dimostrato se sia possibile ridurre l’insorgenza dell’asma agendo sul microbioma, mentre è necessario tenere a mente la necessità di ridurre l’impiego degli antibiotici per limitare le interferenze sul microbioma, soprattutto nei neonati e nei lattanti.