La pandemia COVID-19, secondaria all’infezione da un nuovo coronavirus denominato SARS-CoV-2, è una situazione in continua evoluzione con evidenza di nuovi sintomi e di diversi fattori prognostici come accade per tutte le malattie prima sconosciute. Pertanto l’evoluzione clinica rimane da essere completamente caratterizzata come anche sono pochi i dati riguardanti il meccanismo patogenetico della malattia ed ancora oggi non esiste una terapia farmacologica di provata efficacia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, World Health Organization) ha definito questo nuovo coronavirus come 2019-nCoV ed il 30 gennaio 2020 ha denunciato tale epidemia come un problema di emergenza sanitaria a livello internazionale. Lo spettro clinico dell’infezione da SARS-CoV-2 è abbastanza vario con un panorama che include infezioni asintomatiche o di media gravità, caratterizzate da infezioni del tratto respiratorio superiore, infezioni più severe con interessamento polmonare bilaterale e distress respiratorio e quadri critici dove il paziente necessita di intubazione e di terapia intensiva. In rapporto a studi clinici provenienti dall’Asia il quadro clinico nella maggior parte dei casi è caratterizzato da febbre persistente, tosse, dispnea, espettorazione, mialgie, artralgie, cefalea, disturbi gastrointestinali, rinorrea e gola infiammata. La diffusione dell’infezione COVID-19 in Europa ha messo in evidenza una presentazione talvolta atipica della malattia: disturbi del gusto e dell’olfatto.