Cross-reattività tra acari della polvere e crostacei: come districarsi?

Elisabetta Calamelli, Valentina Piccinno, Laura Serra, Paolo Bottau

UOC Pediatria e Nido AUSL di Imola (BO)

Si descrive il caso di L., un ragazzo di 13 anni ricoverato a ottobre 2018 presso il nostro Day Hospital per eseguire Test di Provocazione Orale (TPO) con crostacei (gamberi). Nel dicembre 2016 L. aveva presentato un quadro di orticaria acuta ed eritema delle labbra dopo cena: L. aveva assunto un piatto di gamberi, alimento che da quel momento aveva escluso dalla dieta. In passato aveva già assunto crostacei (compresi i gamberi), molluschi e pesci senza reazioni avverse. Il ragazzo era inoltre affetto da asma persistente e rino-congiuntivite allergica agli acari della polvere. All’epoca L. aveva inoltre intrapreso immunoterapia sublinguale (SLIT) con estratto di acari poi sospesa per comparsa di vomito dopo 20 giorni dall’inizio del trattamento. Un successivo tentativo di ripresa della SLIT era fallito per comparsa di angioedema palpebrale 10 minuti dopo l’assunzione e regredito dopo somministrazione di cetirizina. Per la presenza di asma persistente non controllato L. era stato inoltre sottoposto a controlli spirometrici seriati e aveva intrapreso terapia di fondo con fluticasone inalatorio 200 mcg/die con progressiva normalizzazione della funzionalità respiratoria e acquisizione di buon controllo dei sintomi di asma. Ad aprile 2018 era stato pertanto concordato con la famiglia di intraprendere un iter diagnostico per sospetta allergia ai crostacei anche perché L. desiderava assumerli nuovamente.

Gli SPT per crostacei avevano mostrato sensibilizzazione per il gamberetto (diametro del ponfo 5 mm; Allergopharma, Roma, Italia) e granchio (diametro del ponfo 4 mm; Lofarma, Milano, Italia). È stato inoltre eseguito prick-by-prick (PBP) con gambero cotto risultato positivo (diametro del ponfo 7 mm). Sono stati ripetuti anche gli SPT per i principali allergeni inalanti che hanno confermato la sensibilizzazione agli acari della polvere (D. pteronyssinus e D. farinae: diametro del ponfo 10 mm; Allergopharma, Roma, Italia).

È stato pertanto eseguito prelievo ematico con dosaggio di IgE specifiche per i principali allergeni inalanti e alimenti (ThermoFisher Scientific, Uppsala, Sweden) che ha mostrato sensibilizzazione per acari della polvere (D. pteronyssinus e D. farinae > 100 kU/L; nDer p 1 > 100 kU/L; rDer p 10 tropomiosina < 0,10 kU/L; Der p 23 35 kU/L) e per i principali crostacei (gambero 0,78 kU/L; aragosta 0,44 kU/L; granchio 0,16 kU/L; rPen a 1 tropomiosina del gambero < 0,10 kU/L).

Vista la discrepanza tra i test diagnostici in vivo e in vitro con assenza di IgE specifiche per la tropomiosina è stato pertanto eseguito TPO con gamberi cotti a completamento dell’iter diagnostico. L. ha assunto progressivamente una dose cumulativa di 35 gr di gamberi cotti (circa 4,5 gr di proteine) senza reazioni avverse. Dopo il TPO il ragazzo ha proseguito l’assunzione abituale a domicilio di gamberi cotti settimanalmente con buona tolleranza. 

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