Il cambiamento climatico rappresenta una delle maggiori minacce per l’umanità e la natura, in grado di influenzare sia la salute dell’uomo e degli animali che il ciclo vitale delle piante. Numerosi studi hanno infatti evidenziato effetti sugli ecosistemi descrivendo un trend di anticipo generale negli eventi fenologici, sia per le specie vegetali sia per quelle animali. Gli Autori considerano tra i vari fattori responsabili nel contribuire a queste variazioni i parametri climatici, principalmente la temperatura e gli inquinanti atmosferici, in particolare l’anidride carbonica. Le complesse interazioni tra fattori climatici ed inquinanti ambientali, causa di aumentata crescita di specie arboree allergeniche e produzione di pollini, possono incrementare il rischio di manifestazioni allergiche nei soggetti sensibilizzati attraverso meccanismi quali: il danno della mucosa delle vie aeree con compromissione della clearance mucociliare, l’aumentata permeabilità con conseguente facilitata penetrazione di allergeni, la stimolazione della risposta immunitaria con aumentata produzione di IgE. L’aumentata concentrazione nell’aria di allergeni inalanti aumenta in questi soggetti il rischio di rinite allergica ed asma, nonché di riacutizzazioni di malattia in forme anche gravi. Le misure volte a contenere il degrado ambientale devono tener conto della peculiare vulnerabilità dei bambini al fine di proteggerli da esposizioni nocive con conseguenze potenzialmente irreversibili sulla salute.